Il neurologo Gianvito Martino vince la prima edizione del Premio

Con il libro Il cervello gioca in difesa. Storie di cellule che pensano, edito da Mondadori Education, il neurologo Gianvito Martino, direttore della Divisione di Neuroscienze del San Raffaele di Milano, ha vinto la prima edizione del Premio Nazionale di Divulgazione Scientifica bandito nel 2013 dall’Associazione Italiana del Libro con il patrocinio del CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche) e delle Biblioteche di Roma.

La cerimonia di premiazione – svoltasi il 9 dicembre 2013 a Roma nell’Aula convegni del CNR, che ha patrocinato l’iniziativa – è stata presentata da Mario Tozzi, conduttore televisivo. Dopo i saluti di Paolo Annunziato, direttore generale del CNR, sono intervenuti Mario Morcellini, ordinario di “Sociologia dei Processi Culturali e Comunicativi” e direttore del Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale dell’Università La Sapienza, Sesto Viticoli, vicepresidente dell’AIRI (Associazione Italiana per la Ricerca Industriale) e Franco Taggi, professore di fisica sanitaria alla scuola di specializzazione della Sapienza, epidemiologo dell’Istituto Superiore di Sanità, che ha assunto la presidenza del comitato scientifico della prima edizione del Premio. Le figure dell’astrofisica Margherita Hack e del giornalista scientifico Romeo Bassoli, scomparse di recente, sono state rispettivamente ricordate da Andrea Ferrara, professore straordinario di Cosmologia alla Scuola Normale Superiore di Pisa, e da Luciano Maiani, già presidente dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, direttore generale del Cern di Ginevra, presidente del CNR, professore emerito di fisica teorica alla Sapienza.

Sono intervenuti alla manifestazione Giancarlo Dosi, presidente dell’Associazione Italiana del Libro, Marco Ferrazzoli, capo ufficio stampa del CNR, Maria Amata Garito, rettore dell’Università Telematica Internazionale Uninettuno, Umberto Guidoni, astronauta, Paco Lanciano, presidente di “Mizar per la divulgazione scientifica” e nota figura di divulgatore televisivo, Marco Lombardi, docente di Cinegustologia, Anna Manna, poetessa e scrittrice, presidente del Premio Italia Mia, Andrea Marino, medaglia d’oro alle Olimpiadi Italiane di Matematica del 2013

Gianvito Martino, vincitore della manifestazione, medico, neurologo, dirige la Divisione di Neuroscienze dell’Istituto Scientifico Universitario San Raffaele di Milano. È Honorary Professor alla Queen Mary University of London, presidente della International Society of Neuroimmunology, fondatore e coordinatore scientifico della European School of Neuroimmunology. È tra i fondatori di BergamoScienza. Tra le sue pubblicazioni: Il cervello. La scatola delle meraviglie (2008), La medicina che rigenera. Non siamo nati per invecchiare (2009), Identità e mutamento. La biologia in bilico (2010), libro vincitore del Premio Fermi Città di Cecina 2011 per la divulgazione scientifica. Ha scritto nel suo libro – Il cervello gioca in difesa. Storie di cellule che pensano, edito da Mondadori Education – che il nostro organismo è un’imponente macchina biologica predisposta ad attaccare per difendersi dai numerosi aggressori che ci circondano. In questa lotta, il cervello gioca un ruolo strategico per la nostra salute e per la nostra sopravvivenza come specie. Siamo dove viviamo e ciò che incontriamo giorno dopo giorno; siamo la conseguenza di un incontro (galante?) tra l’uomo di Neanderthal e i Denisoviani, ma anche dello stress che quotidianamente affrontiamo. Noi «siamo», solo perché siamo capaci di interagire con l’ambiente che ci circonda e che orchestra la nostra evoluzione di esseri viventi. L’ambiente è però mutevole e inquinato da pericoli, inaspettati e imprevedibili, che mettono a repentaglio il nostro «io biologico». Perciò, in miliardi di anni, abbiamo sviluppato un imponente congegno di difesa, il sistema immunitario, che discrimina tra ciò che si deve combattere e ciò di cui non possiamo fare a meno. Un gioco rischioso e molto più raffinato di quanto ci si potesse aspettare solo pochi anni fa: un gioco sofisticato di tatticismi e strategie, che deriva dall’azione sinergica e concertata di tutti gli organi e tessuti, cervello in primis. Proprio sulle inedite interazioni tra cervello (fisico e psichico) e sistema immunitario intende soffermarsi questo libro: anticorpi e cellule staminali, ghiandole e ormoni, certo, ma anche sorprendenti meccanismi di contrattacco, esperienze accumulate nel tempo e nei tessuti come cicatrici indelebili, che vengono ricordate per poter essere ripercorse o accuratamente evitate, tra automatismi biologici e riflessività

Al secondo posto si è classificato Ugo Amaldi, figura di spicco della fisica italiana, con il libro scritto con la collaborazione di Adele La Rana, Sempre più veloci. Perché i fisici accelerano le particelle: la vera storia del bosone di Higgs, pubblicato da Zanichelli. Al Cern di Ginevra in molti si sono chiesti quale sia la reale utilità degli acceleratori di particelle e che ricaduta possono avere sulla nostra vita quotidiana. A che servono quelle due enormi macchine, nate solo per far scontrare a velocità della luce un fascio di protoni? Prova a rispondere Ugo Amaldi nel suo libro “Sempre più veloci”, rivolto soprattutto ai non addetti ai lavori, incuriositi dall’ argomento. Amaldi ripercorre in sette capitoli gli ultimi cento anni di traguardi nella fisica moderna. Perché dunque si accelerano le particelle? La risposta ha del fantascientifico. «Per creare una specie di macchina del tempo. Aumentando l’ energia riusciamo a ricreare le condizioni iniziali dell’universo, per capire cosa sia successo già un milionesimo di milionesimo di secondo dopo il Big Bang». E nei vari impatti di protoni negli ultimi 50 anni, si è arrivati nel 2012, con la scoperta di piccole tracce del cosiddetto “Bosone di Higgs”, la micro particella detta “di Dio”, che determina la massa della materia. Una rivelazione che ha risvolti molto più pratici di quanto si possa credere. Pagina dopo pagina, Amaldi spiega infatti come la “fisica bella”, quella di teorie e formule abbia sempre una ricaduta pratica, per tutti. Basti pensare al campo medico. Una conoscenza sempre più stratificata delle particelle subatomiche, ha ad esempio agevolato l’ evoluzione di macchinari più precisi e compatti, come nel caso degli apparecchi per le risonanze magnetiche. E ha aperto nuovi capitoli per la cosiddetta “Adroterapia”, una sperimentazione clinica in cui gli adroni (protoni) vengono utilizzati al posto dei raggi x, poiché riescono a focalizzarsi con più precisione su determinate masse tumorali, senza danneggiare organi vitali. Ugo Amaldi, nipote del matematico Ugo, figlio del fisico Edoardo e della scrittrice Ginestra Giovene,si è laureato nel 1957 in fisica presso l’Università di Roma, specializzandosi nel campo degli acceleratori di particelle. Ha lavorato per quindici anni presso il Laboratorio di Fisica dell’Istituto Superiore di Sanità. Successivamente ha lavorato per venticinque anni al CERN di Ginevra. Già direttore dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e membro delle maggiori accademie scientifiche, è tra i maggiori studiosi delle particelle elementari. Dal 1982 lavora presso l’Università di Milano. Adele La Rana, dottoressa di ricerca in Fisica, ha dato la caccia alle onde gravitazionali nell’ambito dell’esperimento spaziale LISA. Ha collaborato con l’Agenzia Spaziale Italiana e il Planetario di Caserta.

In terza posizione il libro di Giovanni CapraraStoria italiana dello spazio. Visionari, scienziati e conquiste dal XIV secolo alla stazione spaziale, Bompiani. La storia dello spazio italiano inizia alla fine del Trecento, prosegue con i fuochi pirotecnici, ma sarà l’Ottocento a segnare l’avvio delle ricerche sui razzi in chiave più scientifica, seguendo gli inglesi che per primi li costruivano e li impiegavano a scopo bellico. Dopo la Seconda guerra mondiale la Marina e l’Aeronautica “arruolano” due scienziati tedeschi per affrontare la tecnologia dei razzi. E negli anni Sessanta sarà Luigi Broglio a diventare il vero “padre” dello spazio italiano realizzando il primo satellite “San Marco” per indagare l’atmosfera. Un’avventura straordinaria per un’Italia coraggiosa che amava le sfide: in quel periodo il Paese conquisterà il suo ultimo Nobel scientifico con Giulio Natta. La nascita nel 1988 dell’Agenzia Spaziale Italiana darà il via a un vero programma di esplorazione su vari fronti di ricerca cosmica e all’importante collaborazione per la stazione spaziale internazionale. Un libro documentato e appassionante che è una lunga storia di uomini: visionari, scienziati, tecnologi e politici che hanno sostenuto l’idea dell’esplorazione dello spazio. Una storia che, sempre confrontata con le imprese di altre nazioni, ha generato nuova scienza, nuove tecnologie e favorito lo sviluppo del Paese a livello internazionale in un campo d’avanguardia. Giovanni Caprara è responsabile della redazione scientifica del “Corriere della Sera”. È autore di vari libri sulla storia della scienza, della tecnologia e dell’esplorazione spaziale. Dal 2011 è presidente dell’UGIS, Unione Giornalisti Italiani Scientifici. Un’asteroide tra Marte e Giove porta il suo nome.

 

La giuria del premio ha anche assegnato 5 premi nelle diverse aree scientifiche:

Premio per le Scienze matematiche, fisiche e naturali a Stefano Mancuso e Alessandra Viola, Verde Brillante. Sensibilità e intelligenza del mondo vegetale (Giunti Editore). Le piante sono esseri intelligenti? Sono in grado di risolvere problemi? Comunicano con l’ambiente che le circonda, con le altre piante, con gli insetti e gli animali superiori? O sono invece organismi passivi, privi di sensibilità e di qualsiasi barlume di comportamento individuale e sociale? Per rispondere a queste domande bisogna risalire addirittura all’antica Grecia. Già allora, infatti, simili interrogativi occupavano le più accese dispute tra i filosofi, divisi in opposte scuole di pensiero, a favore e contro la possibilità che le piante avessero un’«anima». Cosa muoveva le loro argomentazioni, e soprattutto perché secoli di scoperte scientifiche non sono bastati a dirimere la questione? Sorprendentemente, molti degli argomenti oggi in campo sono gli stessi già sollevati diversi secoli fa, e più che sulla scienza fanno leva sul sentire comune e su numerosi preconcetti che appartegono alla nostra cultura ormai da millenni. Nonostante che un’osservazione superficiale sembri suggerire per il mondo vegetale un livello di complessità decisamente basso, l’idea che le piante siano organismi senzienti in grado di comunicare, avere una vita sociale, risolvere problemi difficili utilizzando raffinate strategie, che siano in una sola parola «intelligenti», ha fatto capolino nel corso dei secoli a diverse riprese. In epoche differenti e in contesti culturali eterogenei, filosofi e scienziati hanno fatto propria la convinzione che le piante siano dotate di abilità molto più raffinate di quelle comunemente osservabili. Stefano Mancuso è una tra le massime autorità mondiali nel campo della neurobiologia vegetale. Professore associato presso la Facoltà di Agraria dell’Università di Firenze e accademico ordinario dell’Accademia dei Georgofili, dirige il Laboratorio Internazionale di Neurobiologia Vegetale ed è membro fondatore della International Society for Plant Signaling & Behavior. Alessandra Viola, giornalista scientifica freelance, collabora con numerosi quotidiani, settimanali e con la Rai. E’ dottore di ricerca in Scienze della Comunicazione all’Università di Roma La Sapienza.

Premio per le Scienze del territorio e dell’ambiente a Giovanni Vittorio Pallottino, La fisica della sobrietà. Ne basta la metà o ancora meno (Edizioni Dedalo). Possiamo continuare nella crescita dei consumi di beni materiali e di energia che ha caratterizzato gli ultimi decenni? La risposta è no. Per una lunga serie di valide ragioni, che vanno dal rispetto per l’ambiente e per le generazioni future alla futilità inappagante di questa insostenibile corsa verso lo spreco. La verità è che si può vivere benissimo consumando meno, anche molto meno. E infatti l’idea che «ne basta la metà» (di che cosa? di quasi tutto) è il filo rosso che attraversa tutta l’opera. Le modalità e i mezzi di cui disponiamo per ridurre gli sprechi di energia e non solo ci vengono insegnati dalla fisica, nei suoi termini più semplici ed elementari, quando la applichiamo alle situazioni quotidiane della vita comune, per cercare di capire come funzionano gli oggetti e i dispositivi che ci circondano: si va dal riscaldamento delle case all’illuminazione degli ambienti, dai modi di cucinare i cibi all’impiego dell’automobile e alla gestione dei rifiuti. È possibile innescare un sistema virtuoso di nuove abitudini, avvalendosi delle innovazioni che ci offre una sana applicazione dei ritrovati della scienza, ma anche con qualche balzo nel passato, nel recupero di comportamenti di sobrietà quasi perduti ma non del tutto dimenticati. Giovanni Vittorio Pallottino, già ordinario di Elettronica al Dipartimento di Fisica dell’università Sapienza di Roma, nella sua attività professionale ha lavorato al CNEN (oggi ENEA), al CNR, al MIT, al CERN, occupandosi di elettronica nucleare, elettronica spaziale e strumentazione per la rivelazione delle onde gravitazionali. E’ autore di oltre 170 lavori pubblicati su riviste scientifiche internazionali e di numerosi lavori riguardanti la didattica della fisica e delle scienze.

Premio per le Scienze della salute a Giovanni Maga, Occhio ai virus. Se li conosci sai come difenderti (Zanichelli editore). I virus sono dappertutto: ogni giorno ne assorbiamo milioni, respirando e mangiando, e portiamo perfino antiche tracce virali nel nostro stesso genoma. Sperimentiamo da migliaia di anni i danni che i virus provocano alla salute, ma ancora non sappiamo rispondere del tutto a domande fondamentali come: i virus sono organismi viventi? Da dove vengono? Come ne nascono di nuovi? In un mondo sempre più affollato, mobile e veloce, i virus hanno tante opportunità per infettarci. Epidemie come l’AIDS, l’influenza, ebola o la SARS preoccupano gli esperti di salute pubblica e di bioterrorismo: è una minaccia reale o un’esagerazione dei media? Anche se i virus ci fanno paura, in molti casi abbiamo imparato a difenderci grazie a farmaci e vaccini che interferiscono con il loro ciclo vitale. Ma se vogliamo che per i virus sia più difficile infettare animali ed esseri umani, dobbiamo limitare l’impatto delle nostre attività sull’ambiente. Giovanni Maga è nato a Pavia nel1965. E’ ricercatore presso l’Istituto di Genetica Molecolare del CNR di Pavia, dove dirige la sezione di Enzimologia del DNA e Virologia Molecolare, studiando i meccanismi di replicazione del genoma nei virus e nelle cellule animali, per sviluppare nuovi farmaci antivirali e antitumorali. È’ anche professore a contratto di Biologia Molecolare presso l’Università degli Studi di Pavia, dove insegna la virologia molecolare agli studenti di Scienze Biologiche. È’ autore di numerose pubblicazioni su riviste a diffusione nazionale. Tiene spesso lezioni sui virus nelle scuole per sensibilizzare gli adolescenti sul problema dell’AIDS.

Premio per le Scienze giuridiche ed economiche a Giorgio Resta e Vincenzo Zeno-Zencovich, curatori del libro Riparare Risarcire Ricordare. Un dialogo tra storici e giuristi (Editoriale Scientifica). Il volume raccoglie alcuni dei risultati di un Progetto di Ricerca di Interesse Nazionale finanziato dal Ministero per l’Università, promosso e svolto dalle Università di Roma Tre, di Bari “Aldo Moro”, di Napoli “Federico II” e del Salento, con la collaborazione della Fondazione Centro di Iniziativa Giuridica Piero Calamandrei, sul tema “Le ferite della storia e il diritto riparatore: un’indagine storico-comparatistica”. Vincenzo Zeno-Zencovich è ordinario di diritto comparato nell’Università di Roma Tre e Rettore dell’Università degli Studi Internazionali di Roma (UNINT). Giorgio Resta, insegna presso il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Bari Aldo Moro

Premio per le Scienze umanistiche, sociali e della formazione a Elio Cadelo e Luciano Pellicani, Contro la modernità. Le radici della cultura antiscientifica in Italia (Rubbettino). Nel libro gli autori documentano che la società italiana, pur essendo entrata nella famiglia delle società industriali avanzate, continua ad essere caratterizzata da un diffuso e radicato analfabetismo scientifico quotidianamente alimentato dalla esiziale presenza attiva di ideologie radicalmente ostili alla scienza, alla tecnica e al mercato. Il che costituisce uno sconcertante paradosso storico, dal momento che sono proprio la scienza, la tecnica e il mercato i potenti motori di quella epocale rivoluzione in permanenza che siamo soliti chiamare modernizzazione. Il risultato è un libro indispensabile per prendere coscienza di ciò che il nostro Paese ha bisogno per evitare la deriva della regressione storica e per garantire un futuro alle nuove generazioni. Elio Cadelo, giornalista, divulgatore scientifico, inviato speciale del Giornale Radio Rai per la Scienza e l’Ambiente. Ha lavorato al Corriere della Sera, al Il Mattino, è stato collaboratore di Panorama, Scienza DuemilaEpoca. Autore e coautore di numerose pubblicazioni. E’ stato membro del Gruppo di lavoro sulla Informazione e Comunicazione in Biotecnologia del Comitato Nazionale per la Biosicurezza e le Biotecnologie della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Luciano Pellicani, già direttore di «Mondoperaio», è fra i sociologi italiani più conosciuti a livello internazionale grazie alla pubblicazione dei suoi saggi nelle principali lingue europee.

Il Premio Speciale riservato ai Giovani Autori è stato assegnato a Fabrizio Mastromartino per il libro Il diritto di asilo. Teoria e storia di un istituto giuridico controverso (G. Giappichelli Editore). La tesi proposta nel volume è che l’asilo è un diritto rivendicabile sul piano internazionale a garanzia della vita e della libertà degli individui. Nel volume vengono ricostruiti i momenti fondamentali in cui si svolge la storia del diritto di asilo sulla base di due linee di analisi. Da un lato, la direttrice volta a delineare il contesto politico entro cui il diritto di asilo si afferma nelle sue prime fasi di sviluppo: come garanzia internazionale della libertà di coscienza, nel quadro delle persecuzioni religiose e delle guerre di religione; come garanzia internazionale della libertà di espressione, nel quadro della battaglia contro l’ancien regime e il dispotismo. Dall’altro, la direttrice intesa a illustrare le fasi di sviluppo dell’ordine giuridico entro il quale si svolge l’intera parabola storica del diritto di asilo, il diritto internazionale: dalla sua fondazione teorica secentesca e settecentesca, alla costruzione dottrinale del diritto internazionale classico, dove soggetti di diritto sono esclusivamente gli Stati, fino all’odierno ordine internazionale, in cui i singoli individui acquisiscono finalmente un inedito protagonismo. Fabrizio Mastromartino (Roma, 1979 è dottore di ricerca in Filosofia analitica e Teoria generale del diritto presso l’Università degli Studi di Milano. Attualmente è docente a contratto di Filosofia del diritto presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi Roma Tre.

L’Editoriale Scienza (Gruppo Giunti) si è invece aggiudicata il Premio Speciale Editori per il suo impegno nel campo della divulgazione scientifica rivolta ai più giovani. Editoriale Scienza del gruppo Giunti ha la sua sede a Trieste. E’ un punto di riferimento nel panorama editoriale nazionale nel campo della divulgazione scientifica rivolta ai lettori più giovani, raccontando la scienza in modo innovativo, con un approccio sempre corretto al pensiero scientifico.

Alla giornalista Marisa Ingrosso è andato il Premio Speciale di giornalismo scientifico per i suoi articoli sulla Gazzetta del Mezzogiorno.

Sono state anche premiate due riviste di divulgazione scientifica: il mensile Coelum di divulgazione astronomica e Sapere, rivista bimestrale pubblicata dalle Edizioni Dedalo. Direttore: Giovanni Anselmi

 

Fanno parte del Comitato scientifico della prima edizione del Premio Nazionale di Divulgazione Scientifica:

Mario Alberghina, Università di Catania

Giuseppe Boccignone, Università di Milano

Eugenio Brusa, Politecnico di Torino

Oreste Calliano, Università di Torino

Domenico Campisi, Università di Roma Tor Vergata

Salvatore Carrubba, Libera Università di Lingue e Comunicazione

Umberto Cerruti, Università di Torino – Prof.

Riccardo Faccini , Università di Roma La Sapienza

Andrea Ferrara, Scuola Normale Superiore

Marco Ferrazzoli, Capo Ufficio Stampa del CNR

Elisa Frauenfelder, Università Suor Orsola Benincasa

Antonio Maria Leozappa, Università del Salento

Maria Immacolata Macioti, Università di Roma La Sapienza

Carlo Manna, Responsabile Studi e Strategie dell’Enea

Luciano Modica, Presidente dell’Accademia di Belle Arti di Firenze

Maurizio Oddo, Università di Enna Kore

Marco Ottaiano, Università di Napoli L’Orientale

Massimiliano Pieraccini , Università di Firenze

Agostino Portera, Università di Verona

Sandro Rogari, Università di Firenze

Massimiliano Savorra, Università del Molise

Giovanni Battista Sgritta, Università di Roma La Sapienza

Franco Taggi (presidente) già Dirigente di Ricerca dell’Istituto Superiore di Sanità.